I simboli utilizzati nel mondo per facilitare la comunicazione a persone prive di parola o per visualizzare il linguaggio scritto per persone con difficoltà di comprensione e apprendimento sono stati sviluppati e perfezionati nel corso di molti anni. Essi hanno una struttura grafica specifica per gli scopi ai quali assolvono e sono adatti a riprodurre, in misura più o meno estesa, i singoli elementi del linguaggio.

Ecco un elenco di alcuni gruppi di persone che possono trarre beneficio dall’uso di queste particolari simbologie grafiche:

  • persone con ritardo mentale o difficoltà cognitive in genere;

  • persone con difficoltà di comprensione linguistica;

  • persone totalmente o parzialmente incapaci di leggere;

  • persone con difficoltà nella organizzazione spazio-temporale;

  • persone sorde o gravemente ipoacusiche;

  • bambini e adulti con difficoltà di comunicazione;

  • persone che sono facilitate da un accesso visuale alle informazioni;

  • persone che stanno imparando l’italiano come seconda lingua

  • bambini in età prescolare che ancora non hanno accesso alla decodifica del testo.

Non si deve necessariamente avere una difficoltà di apprendimento, linguistica o di comunicazione per beneficiare dell’uso di simboli.

I simboli sono impiegati continuamente intorno a noi nella vita quotidiana, dai libretti di istruzioni alle indicazioni in stazioni e aeroporti, per strada e nella maggior parte dei luoghi pubblici. A cosa si deve tanta diffusione, peraltro in costante aumento? Certamente all’evidente capacità evocativa che fa di questi simboli un mezzo di comunicazione semplice, immediato e trasversale che va oltre ogni differenziazione di lingua e di cultura (Ikea docet).

Esistono diverse collezioni di simboli, sviluppate da enti diversi con finalità diverse. La scelta riguardo a quale collezione utilizzare dipende da vari fattori, fra cui svolgono un ruolo fondamentale l’abilità linguistica, la competenza comunicativa e la ricchezza del vocabolario dei destinatari.

Le due collezioni attualmente più diffuse nell’ambito della comunicazione aumentativa e alternativa (caa) sono i Picture Communication Symbols (PCS) e i Widgit Literacy Symbols (WLS).

I PCS sono la collezione che la CAA in Italia usa fin dalla sua nascita negli anni ’90. Sono stati sviluppati negli USA per finalità comunicative interpersonali, con un utilizzo prevalentemente legato alla creazione di tabelle comunicative, agende di compiti da svolgere, istruzioni passo per passo su come svolgere un compito, oltre che per l’etichettatura degli spazi abitativi in modo da renderli più accessibili. Sono simboli molto trasparenti, poiché il pittogramma impiegato è molto facilmente riconoscibile senza che sia necessario un apprendimento. Possono venire impiegati anche per narrare storie semplici, con una sintassi poco articolata, in quanto privi di numerosi elementi di modulazione del linguaggio (non hanno articoli, preposizioni, tempi verbali, genere e numero dei sostantivi, ecc.). Utilizzati nella nostra collana pesci parlanti perché rivolta a primissimi lettori.

I WLS (noti in precedenza come Rebus) sono una collezione di simboli elaborati in Gran Bretagna per scrivere testi. Sono meno trasparenti dei PCS ma offrono una maggiore ricchezza presentando tutti gli elementi di cui questi sono privi. Anch’essi oggi molto diffusi in Italia, sono quelli che useremo prevalentemente per i libri di Camilla (ma anche qui molto dipenderà dal tipo di albo, per cui a priori non escludo che per qualche titolo potrebbero essere usati i PCS).